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Le cronache di vite sospese sono una specie di Antologia di Spoon River, infinitamente minore, ma che rende voce a chi non c'è più e che, senza questo schedario, sparirebbe per sempre. Il Nando, il Pollo, il Caioffa, il Cinquini, il Ciapetti, il Tani, il GluGlu, il Carnera, il Tartaglia, il Pancino, non sono solo personaggi e frequentatori di un bar, ma sono storie che sovrapposte ad altre fanno la storia di un paese. E fanno storie di resistenze umane. La narrazione è tesa a tenere in vita un passato remotissimo, così come il mondo che è stato quel bar di Castelnuovo di Garfagnana, che non esiste più, ma che allo stesso tempo ci sarà per sempre, in bilico tra una realtà finita e un ricordo incancellabile. Il Bar Aurora alla fine diventa un non luogo dove raccontare le umanità di un paese della Garfagnana, che però potrebbe essere la periferia di Roma negli anni settanta o quella di un paesotto della pianura padana.